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Con il termine progresso a si intende uno sviluppo del tenore di vita dell’uomo al fine di determinare un generale miglioramento delle sue condizioni rispetto al passato permettendogli di vivere il più lontano possibile da qualsiasi tipo di disagio.
Il progresso è un processo che fin dall’antichità è stato percepito come una conquista faticosa da portare a casa a fronte di grandi sacrifici; se si considera infatti il mito di Ercole o quello di Prometeo vi è la rappresentazione del fatto che l’avvento della civilizzazione abbia permesso di ordinare il Kaos originario presente nel mondo: Ercole con le sue fatiche ha completato la missione civilizzatrice che gli spettava, mentre Prometeo invece ha reso possibile la sopravvivenza del genere umano rubando il fuoco agli dei.
Ma parliamo ora dei nostri tempi: abbiamo ancora di fronte ai nostri occhi le martellanti statistiche relative al Covid-19 (contagi, ricoverati, deceduti) che senza soluzione di continuità oggi sono state sostituite dalle nuove inquietanti statistiche di guerra (profughi, feriti, morti ammazzati).
Stiamo senza dubbio affrontando un momento complesso; con questo articolo voglio cercare di dare una visione d’insieme degli inevitabili cambiamenti che questi due eventi ravvicinati comporteranno nelle nostre vite partendo proprio dalla consapevolezza che i cambiamenti più rilevanti della storia umana sono stati spesso associati ad eventi traumatici.
Il Covid ed il Digitale
Il Covid-19 è stato un evento senza precedenti che ha portato un intero pianeta al lock down.
Nel momento più buio della pandemia l’umanità si è trovata davanti a due scelte ben distinte: sprofondare in un nuovo medio evo oppure cambiare velocemente il modo di lavorare e di interagire in modo da sostenere i processi economici, burocratici e produttivi, pilastri fondamentali della nostra civiltà
La scelta è spiegata dai numeri: solo in Italia il tasso di smartworking è passato in poche settimane dal 6% a punte del 66%. Il tasso di adozione dei tool digitali, dalle video conferenze, dell’e-commerce, dei pagamenti digitali, etc ha conosciuto una velocità di adozione mai vista prima nei precedenti 20 anni (*).
Questo processo di digitalizzazione forzato si è svolto in condizioni “estreme”; mentre decine di migliaia di persone perdevano la vita ed interi settori produttivi dovevano ridisegnare i velocemente i propri processi, sono stati di fatto introdotti dei cambiamenti permanenti nel nostro modo di lavorare e di vivere.
Di fatto il ritorno allo stato pre-pandemia è impensabile: nell’immediato le nostre “fatiche” hanno reso possibile la tenuta del sistema economico mondiale, mentre nel medio-lungo l’adozione del digitale su vasta scala renderà possibili sviluppi prima impensabili.
Mi riferisco ad esempio alla inclusione nel mondo del lavoro e della formazione di ampi settori della popolazione mondiale che prima ne erano esclusi in quando residenti in luoghi lontani dalle grandi metropoli.
La Guerra e la sostenibilità
Le nostre ansie si stanno velocemente riposizionando dal Covid-19 al recente conflitto tra Russia e Ucraina che ha di fatto generato una delle più grandi crisi energetica dal 1973 (**)
Lasciando a persone più esperte l’analisi geopolitica del conflitto, possiamo sostenere senza paura di essere smentiti che la guerra ha brutalmente svelato al mondo occidentale quanto è ancora fortemente dipendente per la sua esistenza dai combustibili fossili.
Per molti è stato un brusco risveglio in quanto una ottima serie di campagne pubblicitarie ben orchestrate ci aveva illuso di stare molto più avanti nel processo di transizione energetica.
Del resto, l’inefficacia delle azioni messe in atto dai governi e dalle aziende per implementare la tanto pubblicizzata transizione energetica era già sotto gli occhi di tutti, bastava guardare l’inarrestabile aumento delle temperature globali.
A meno di 2 anni dal primo lock-down, l’umanità si trova davanti ad un nuovo bivio: da una parte cercare di mantenere lo status quo cedendo di fatto al ricatto di alcuni paesi produttori di combustibili fossili, oppure cambiare velocemente paradigma ripensando dalle fondamenta il modello di approvvigionamento energetico.
Possiamo dire che se il Covid ha posto fine ad un certo modo di lavorare, la guerra in Ucraina ha definitivamente sancito la fine del greenwashing, ovvero quell’approccio alla sostenibilità che ha come obiettivo il solo ritorno di immagine senza che ci sia una reale volontà di cambiare passo.
Di nuovo ci troviamo ad agire per supportare la nostra economia e difendere la nostra società, occorrerà focalizzarsi non solo su di “come” si produce l’energia ma anche su come si consuma, come si scambia, come si trasporta ed infine a come si conserva.
Saremo di nuovo in grado di sostenere questa nuova “fatica”?
L’approccio di BIP
BIP è una azienda che ha avuto la straordinaria capacità di andare oltre le mode del momento, sempre.
Abbiamo da sempre creduto profondamente nel digitale e per questo durante la pandemia ci siamo trovati più pronti di altri a collocare tutti i nostri colleghi in smart working, cosa che avvenuto in pochi giorni dall’inizio del lock down.
In questo modo siamo stati in grado di continuare a supportare le nostre aziende clienti senza interruzioni, e non solo erogando i nostri tradizionali servizi ma fornendo anche tutto il supporto per l’adozione delle tecnologie e dei processi necessari per l’adozione del lavoro a distanza, cosa che per molte aziende è stato vitale per continuare ad esistere.
Il segno più tangibile di quanto in BIP crediamo nel digitale è dimostrato dal fatto che anche quando l’emergenza sanitaria è terminata, abbiamo continuato e dare la possibilità a tutti nostri colleghi di lavorare totalmente in smartworking, se lo desiderano.
Allo stesso modo BIP ha da sempre creduto nella Sostenibilità dotandosi nel tempo dei migliori talenti in questo ambito e da anni aiutiamo le più grandi aziende del Paese nella loro transizione energetica.
Scrivendo questo articolo mi è venuto in mente “Don’t Look Up”, un film del 2021 scritto e diretto da Adam McKay in cui un professore di astronomia, interpretato Leonardo di Caprio, cerca di avvertire il mondo della sua imminente fine a causa del prossimo impatto di un grande meteorite.
L’impatto astronomico descritto nel film è una chiara allegoria del riscaldamento globale e il film è una satira sull’indifferenza dei governi e dei media nei confronti dell’emergenza climatica.
Prendendo spunto dal questo bel film (che consiglio a tutti di guardare!), mi piace pensare che in Bip abbiamo sempre “guardato in alto” cercando di intercettare quali fossero i grandi cambiamenti che l’umanità si sarebbe trovata affrontare e investendo con coraggio per essere pronti ad aiutare le aziende a coglierne le opportunità del cambiamento.
Sappiamo, perché la storia ce lo insegna, che questo approccio comporta sacrifici, momenti di ridefinizione dei processi e costante acquisizione di nuove competenze ma come avvenne per Ercole e le sue famose fatiche, siamo convinti che questa sia l’unica strada per portare la fine del “Kaos” e dare vita ad una stagione di benessere per tutta l’umanità.