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Alessandro Rossetti
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Mariangela Caputo
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Laura Carnovali
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L’innovazione digitale nei settori più tradizionali: il caso Lexroom nel settore legale

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La rivoluzione tecnologica degli ultimi anni sta interessando sempre di più settori “tradizionali”, che finora sono rimasti distanti dalle dinamiche del mercato Tech. Tra tutti, il settore legale risulta particolarmente coinvolto in questo processo di avvicinamento all’industry Tech, tanto da essersi diffuso il termine “Legal Tech”, ossia l’utilizzo di un insieme di tecnologie innovative (AI, Blockchain, cloud computing,…) con l’obiettivo di ottimizzare i processi giuridici e incrementare la qualità del servizio offerto.  

Secondo quanto riportato nel “2023 Future Ready Lawyer Survey Report”, l’87% dei professionisti intervistati ha dichiarato che la tecnologia ha migliorato il proprio lavoro quotidiano, aumentandone l’efficienza e riducendo il rischio di abbandono da parte dei clienti. Lo studio, che analizza il settore legale a livello globale, evidenzia inoltre la rilevanza dell’Artificial Intelligence: il 73% degli intervistati prevede di farne uso nel corso dei prossimi anni.  

Tuttavia, nel settore sussiste ancora una certa resistenza culturale circa l’adozione di questi strumenti innovativi. Ciò rappresenta una sfida significativa per le startup e le imprese che desiderano affermarsi in questo contesto. 

Le Startup nella rivoluzione dei settori tradizionali 

Il contesto descritto ha reso il terreno fertile per Startup che vedono nel Legal Tech un settore ricco di opportunità, in quanto caratterizzato da grandi quantità di dati (regolamenti, leggi, normative, …) la cui padronanza e capacità di analisi sono componenti rilevanti del servizio offerto.  

Lexroom, la Startup protagonista di questo approfondimento, ha sviluppato un software basato sull’AI a supporto delle ricerche legali, il quale genera una risposta giuridica semilavorata (NdA: un parere o una risposta pragmatica) in pochi minuti, tramite l’analisi di database interni all’azienda e di quelli messi a disposizione degli enti normativi di riferimento.  

Come racconta Paolo Fois, CEO e Co-Founder di Lexroom con esperienza nella fondazione di startup, l’idea di business è nata insieme a Martina Domenicali, laureata in giurisprudenza, e Andrea Lonza, sviluppatore ed esperto di AI, nell’ambito del Venture Builder di Vento tramite l’unione delle proprie competenze: 

“In un settore come quello legale, fondato sull’elaborazione di grandi quantità di testi normativi e regolamentari, l’intelligenza artificiale, in particolare i Large Language Models (LLM), forniscono un supporto concreto ai professionisti, ottimizzando analisi, ricerche e interpretazioni giuridiche in modo efficace e scalabile” 

Per farlo, in primis hanno perimetrato il problema, focalizzandosi sull’attività di ricerca legale, e hanno appurato che con la Generative AI è possibile accelerare l’analisi di grandi database per individuare il riferimento normativo più adatto al proprio caso.  

La definizione del prodotto e l’evoluzione del Team 

La prima sfida per Lexroom è stata definire un prodotto capace di rispondere in modo efficace al problema individuato, un processo che ha richiesto sei mesi per arrivare al primo Proof of Concept (POC). In questa fase, il team è stato affiancato da due co-design partners, due studi legali che hanno offerto le loro competenze per identificare tutte le fonti normative necessarie allo sviluppo del modulo di Privacy e Data Protection. Considerata la complessità del settore legale, il prodotto finale è modulare e l’obiettivo è definirne ogni sezione tramite la collaborazione con studi legali di spicco specializzati nella tematica da approfondire. 

Dopo una prima fase di resistenza di una parte del mercato, oggi Lexroom si trova nella fase di diffusione e ciò ha evidenziato una nuova sfida, legata alla riorganizzazione interna del Team e in particolar modo dell’ambito commerciale: 

“Oggi abbiamo un prodotto utilizzato da più di 300 clienti e ci troviamo ad affrontare sfide diverse, dalla vendita all’assistenza alla scalabilità sul mercato”. 

Una delle risposte di Lexroom a questa sfida è l’impiego di un ex avvocato, profilo target del prodotto, il quale ha una vasta esperienza pregressa. Ciò   favorisce anche la ricezione di feedback chiave sul software.  

Per supportare la scalabilità, inoltre, Lexroom sta ricercando nuovi talenti da assumere. Tuttavia, è un’attività più complessa di quanto prospettato: 

“Da un punto di vista culturale, c’è diffidenza verso le startup rispetto un’azienda più strutturata, legata alla percezione di un contesto meno stabile e logiche di compensation differenti rispetto a grandi realtà” 

Il posizionamento nell’industry Tech 

Riprendendo le tre macro-categorie di clusterizzazione dell’industry Tech (Tech Vendors, Tech Platform e Tech Services) Lexroom ad oggi si posiziona tra le Tech Vendors. La Startup, infatti, si definisce un’azienda di prodotto e, in base a quanto detto da Paolo, nel breve termine non è intenzionata a cambiare il proprio posizionamento.  

L’obiettivo primario è saturare il mercato locale entro 18 mesi, al fine di bloccare l’entrata di nuovi competitor, e sviluppare evolutive di prodotto. Successivamente, in base anche ai risultati ottenuti, non si esclude una possibile internazionalizzazione, in particolare verso Paesi che hanno un ordinamento giuridico simile a quello italiano.  

La Startup ha, quindi, definito un piano per il prossimo periodo, per fronteggiare la sfida legata alle tempistiche del mercato. Si tratta, infatti, di un contesto altamente time-sentitive, come sottolinea Paolo, e una volta che un cliente inizia un percorso con un competitor non è facile portarlo a cambiare prodotto.  

Più nel dettaglio, secondo Paolo ci sono tre fattori chiave da controllare per avere successo: l’affidabilità del prodotto, la prossimità al cliente (in termini di customer service) e la velocità di implementazione del prodotto.  

Le Startup nel futuro dei settori tradizionali 

A distanza di tempo, Lexroom è soddisfatta di aver incontrato una buona dose di professionisti entusiasti ed innovatori. Nonostante ciò, in una minoranza ancora prevale il timore che il valore aggiunto derivante dalle pratiche e procedure specifiche del settore possa essere compromesso se affidato alla tecnologia. Questo si traduce in un necessario cambiamento del percorso di formazione delle risorse junior: il tempo impiegato nella consultazione delle varie fonti è infatti considerato una componente essenziale del loro apprendimento, soprattutto nei primi anni di carriera. 

Così come quello legale, molti altri settori hanno a lungo mantenuto le distanze dalle tecnologie innovative. ma il caso di Lexroom dimostra come questo può risultare anche in maggiori opportunità e un maggiore interesse verso tecnologie che permettono davvero uno slancio in avanti. Il ruolo delle startup e delle aziende che decidono di entrare in questi mercati è anche quello di contribuire a superare le barriere culturali esistenti, aprendo la strada a una rivoluzione ricca di opportunità da cogliere. 

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