AUTORI

Marco Bertoli
Partner
Simone Parrotta
Manager
Michael Canti
Senior Consultant
Simone Garavaglia
Senior Consultant

La rapida evoluzione della supply chain, in equilibrio tra sfide e opportunità 

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L’evoluzione della supply chain è strettamente legata ai cambiamenti in corso nel contesto globale del mercato. Negli ultimi decenni, abbiamo assistito a una crescita esponenziale del volume degli scambi globali di merci, un fenomeno che ha trasformato radicalmente il panorama economico mondiale. Secondo i dati della World Trade Organization (WTO), il valore delle esportazioni mondiali di merci è passato da circa 5 trilioni di dollari nel 1990 a oltre 24.9 trilioni di dollari nel 2022. Questo incremento non solo riflette l’espansione del commercio internazionale, ma evidenzia anche l’importanza crescente delle catene di approvvigionamento a livello mondiale. 

Tuttavia, questo trend positivo è stato interrotto da vari eventi imprevisti di portata globale. Primo fra tutti, la crisi finanziaria internazionale del 2008 che ha portato a una contrazione degli scambi commerciali, con una riduzione del 12% nel 2009 rispetto all’anno precedente. Seguono poi il terremoto e lo tsunami del 2011 in Giappone che hanno avuto gravi ripercussioni sulle supply chain globali, specie nel settore automobilistico e dell’elettronica, con stime di perdite economiche superiori ai 210 miliardi di dollari. E ancora: la pandemia di COVID-19 che ha causato uno shock senza precedenti, arrestando le catene di approvvigionamento e riducendo il volume degli scambi del 5,3% nel 2020, percentuale che ha causato perdite economiche nell’eurozona pari a 112,7 miliardi di euro nel 2021 (ovvero lo 0,9% del PIL). Conflitti geopolitici come la guerra in Ucraina (e le sanzioni a essa correlata) o gli attacchi dei ribelli Houthi sul canale di Suez hanno ulteriormente destabilizzato le catene di approvvigionamento globali e generato considerevoli aumenti dei costi delle materie prime e dell’energia oltre a ritardi diffusi nel settore della logistica.  

La fluttuazione della domanda è diventata sempre più difficile da prevedere visto il grande incremento della sua volatilità. La rapida evoluzione delle preferenze dei consumatori, la stagionalità e le tendenze influenzano significativamente i volumi di produzione e distribuzione. L’avvento dell’e-commerce ha peraltro trasformato le aspettative dei clienti, richiedendo tempi di consegna più rapidi e una maggiore trasparenza lungo la catena di fornitura. La competizione globale porta le aziende europee a confrontarsi con concorrenti che operano a costi più bassi, grazie a vantaggi come manodopera meno costosa e normative meno stringenti. 

Nell’ambito delle regolamentazioni, aspetti come la sostenibilità ambientale stanno spingendo le aziende verso pratiche orientate alla riduzione delle emissioni di CO2, al raggiungimento delle zero emissioni, all’adozione di materiali riciclabili e all’approvvigionamento di materie prime rispondenti a precise normative ispirate ai criteri ESG (Environmental, Social and Governance). Un esempio tra tutti è la normativa EUDR (European Deforestation-free products Regulation) che spinge a evitare gli approvvigionamenti di materiale proveniente da paesi a rischio deforestazione. Inoltre, le normative sulla sicurezza dei prodotti richiedono controlli più rigorosi lungo tutta la catena di fornitura, a garanzia dei consumatori.  

Strategie per affrontare le sfide  

Le sfide della supply chain richiedono un approccio proattivo e innovativo per garantire l’efficienza operativa, il controllo e il contenimento dei costi, oltre alla capacità di soddisfare le esigenze dei clienti. Al fine di limitare l’esposizione ai rischi derivanti da eventi globali, le moderne supply chain devo essere sempre più resilienti e flessibili. Come? Per esempio riducendo la dipendenza da un singolo fornitore o da una singola regione, mitigando il rischio di interruzioni della catena di fornitura, diversificando quindi fornitori, canali e rotte di trasporto. Inoltre, mantenere scorte di sicurezza in diverse località può aiutare a rispondere rapidamente a interruzioni della supply chain.

Al fine di limitare l’impatto sulla fluttuazione della domanda e sulla competizione globale, diventa sempre più importante aumentare la collaborazione con clienti e fornitori.  Stabilire relazioni strette e collaborative con i fornitori tramite partnership strategiche e tattiche può migliorare la comunicazione e la trasparenza lungo la supply chain, il che può tradursi in una rapida risoluzione dei problemi e nell’ottimizzazione dei processi interni all’azienda (attraverso, per esempio, la riduzione dei mancanti o la ripianificazione delle attività). Un caso concreto: Procter & Gamble ha creato un programma di collaborazione con i suoi fornitori, il “Supplier Collaboration Program”, che punta a migliorare l’efficienza operativa e a ridurre i costi logistici tra i 200 e 300 milioni di dollari. Inoltre, il coinvolgimento dei clienti principali nella pianificazione di una supply chain può migliorare la previsione della domanda, la qualità delle informazioni scambiate e l’allineamento delle aspettative tra i diversi attori coinvolti, offrendo loro l’opportunità di organizzarsi al meglio. 

Al fine di far fronte alla competizione globale è fondamentale avere la capacità di prendere decisioni in tempi molto brevi basate su numerose informazioni strutturate e non, interne ed esterne all’azienda. Disporre di informazioni e avere la capacità di sfruttarle in modo rapido e non necessariamente strutturato e predefinito permette di massimizzare la confidenza nel processo decisionale minimizzando i tempi. Analogamente, la possibilità di eseguire simulazioni e analisi “what if” con scenari trasversali sui processi aziendali contribuisce a una visione “end to end” e non “a silos” anche per le decisioni tattiche. 

Per tornare all’ambito della sostenibilità, vi è un impegno costante verso il raggiungimento delle zero emissioni. L’obiettivo del net zero presuppone l’impegno di bilanciare la quantità di emissioni di gas serra prodotte con una quantità equivalente di emissioni rimosse dall’atmosfera, per raggiungere un’impronta di carbonio netta pari a zero. Tra le principali strategie, troviamo l’efficienza energetica tramite uso di illuminazione a LED; impianti ad alta efficienza e sistemi di riscaldamento efficienti; ventilazione e aria condizionata (HVAC) ottimizzati; energie rinnovabili tramite impianti dedicati per alimentare le operations; materiali riciclabili e biodegradabili per l’imballaggio dei prodotti e molto altro. Le aziende stanno inoltre esplorando alternative sostenibili ai materiali di grande uso come la plastica biodegradabile, il cartone riciclato e gli imballaggi riutilizzabili, muovendosi in misura crescente verso una logistica sostenibile che prevede l’adozione di mezzi elettrici per il trasporto merci. Secondo il World Economic Forum, l’adozione di veicoli elettrici nel settore della logistica potrebbe ridurre le emissioni di CO2 del 60% entro il 2030.  

Elementi tecnologici abilitanti 

Rispetto a processi e modelli di business (sempre più indirizzati verso logiche di servizio), oltre a un approccio proattivo e innovativo, diventa indispensabile e abilitante l’adozione di tecnologie avanzate che permettono alle aziende di affrontare le sfide moderne con maggiore agilità e precisione. Ecco i principali elementi tecnologici abilitanti disponibili attualmente:  

  • l’Intelligenza Artificiale (AI) utilizza algoritmi e dati per simulare l’intelligenza umana, automatizzando processi decisionali complessi e migliorando l’efficienza operativa. Ad esempio, può essere usata per la previsione della domanda perché utilizza algoritmi avanzati per analizzare dati storici e tendenze di mercato, migliorando la precisione delle previsioni. Questo consente alle aziende di anticipare meglio le esigenze dei clienti, ottimizzare i livelli di inventario e ridurre gli sprechi. L’AI e il machine learning possono essere utilizzati per ottimizzare la redditività analizzando i dati sulle vendite, i costi e i margini di profitto. Le aziende che utilizzano queste tecnologie possono aumentare la loro redditività del 5-10% grazie a decisioni basate su dati accurati e approfondimenti predittivi; 
  • l’Internet of Things (IoT) consente di raccogliere dati in tempo reale da sensori e dispositivi connessi lungo tutta la supply chain. Questi dati possono includere informazioni sulla posizione, la temperatura, l’umidità e lo stato dei prodotti. La visibilità in tempo reale offerta dall’IoT migliora la gestione delle scorte, la tracciabilità dei prodotti e la risposta alle interruzioni. La compagnia di management consulting Gartner prevede che entro il 2025 ci saranno oltre 25 miliardi di dispositivi IoT connessi, rivoluzionando la visibilità e l’efficienza delle supply chain; 
  • la blockchain è una tecnologia di registro distribuito che garantisce la trasparenza e la sicurezza delle transazioni lungo la supply chain. Ogni transazione viene registrata in modo immutabile, rendendo così facendo semplice la tracciabilità dei prodotti e la verifica della loro autenticità. Questo è particolarmente utile per garantire la conformità alle normative vigenti e prevenire frodi.  

L’uso di tecnologie avanzate trova applicazione in package di mercato forniti da vendor con diversi livelli di verticalità. Tra le principali soluzioni a supporto della supply chain troviamo sistemi di IBP (per la pianificazione end to end della supply chain) o i Transportation Management System (TMS) piattaforme che aiutano a pianificare, eseguire e ottimizzare le operazioni di trasporto.  

  • L’Integrated Business Planning (IBP) è un approccio strategico che integra tutti gli aspetti della pianificazione aziendale, dalla domanda all’offerta, dalla finanza alle risorse. IBP permette alle aziende di allineare le strategie operative con gli obiettivi finanziari, migliorando la visibilità e la collaborazione tra i dipartimenti, ottimizzando le decisioni aziendali e abilitando le aziende a rispondere rapidamente ai cambiamenti del mercato; 
  • i Transportation Management Systems (TMS), oltre a ottimizzare il trasporto, possono includere funzioni legate alla sostenibilità ambientale, come l’ottimizzazione dei percorsi per ridurre le emissioni di CO2, la gestione dei veicoli elettrici e l’integrazione con le fonti di energia rinnovabile. Secondo il World Economic Forum, l’adozione di TMS sostenibili può ridurre le emissioni di carbonio del settore del trasporto merci del 15-20%. 

Conclusioni 

La tecnologia e la digitalizzazione forniscono gli strumenti per rispondere alle sfide della moderna supply chain. La disponibilità sempre maggiore di dati raccolti – anche dal campo – tramite IoT, la maggiore semplicità e facilità d’integrazione applicativa, gli strumenti applicativi che forniscono una pianificazione e2e dei processi, integrata a monte e a valle della value chain aziendale con gli stakeholder esterni, permettono la modellazione della realtà mediante dei veri e propri digital twin di processo (sia interno sia esterno all’azienda), contenenti patrimoni informati di enorme valore.  

I miglioramenti in ambito di connettività e l’incremento delle capacità di calcolo introdotte dalle tecnologie in memory forniscono la possibilità di elaborare l’enorme patrimonio informativo aziendale in tempo reale. Un adeguato uso della AI è l’ulteriore elemento abilitante per far sì che i patrimoni informativi aziendali vengano valorizzati generando ulteriore valore per le aziende. Il sogno – ormai non impossibile – è la possibilità da parte di ciascun operatore della supply chain (ma più in generale dell’azienda) di interagire con gli strumenti aziendali in modo autonomo e con un linguaggio naturale, senza più dover predefinire un reporting strutturato che spesso analizza anche un subset delle informazioni aziendali disponibili.  Non è più dunque un’utopia la possibilità di prendere decisioni mediante analisi “what if in near real time”, non solo in ottica di efficientamento dei processi ma anche di marginalità, sfruttando tutte le informazioni presenti negli ecosistemi informativi aziendali e combinando tra loro anche dati eterogenei.  

Si tratta di un sogno non più impossibile da realizzare e, anzi, sempre più vicino alla sua concretizzazione. Per raggiungerlo, oltre alle più moderne tecnologie menzionate, è fondamentale la costruzione di un ecosistema IT adeguato e integrato, che passi attraverso un disegno e una vision di medio lungo periodo (IT evolution roadmap) e che consideri gli obiettivi strategici aziendali, oltre ad avere una vision globale o end to end rispetto alla value chain aziendale. Per avviare questi percorsi e assicurarsi i benefici, sempre più aziende stanno avviando i loro programmi di trasformazione adottando logiche “back to basic” o “back to standard”, semplificando le stratificazioni avvenute negli anni sugli applicativi core aziendali, a partire dagli ERP. 

Ultimo elemento da evidenziare – ma non meno importante -, necessario per assicurare il successo dei programmi di trasformazione e poter rispondere alle sfide della supply chain, è la capacità delle aziende di disporre della giusta predisposizione culturale al cambiamento e, in particolare, alla digital trasformation. Inoltre, la capacità di porre le basi per l’innovazione e guidare verso il successo dipende molto dall’abilità di far convivere e cooperare al meglio le quattro generazioni presenti in azienda (boomer, generazione X, millenial e generazione Z), prendendo il massimo valore da ciascuna di esse. 

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