AUTORI

Le nuove frontiere della sanità: il caso Hale nel Digital Healthcare

Ascolta

Il Digital Healthcare rappresenta la nuova frontiera del settore sanitario, combinando innovazione tecnologica e attenzione alla salute del paziente. Questo termine, coniato per la prima volta negli anni ’90, rifletteva già allora la visione di un futuro in cui internet avrebbe rivoluzionato l’infrastruttura sanitaria e migliorato l’accessibilità dei dati per i pazienti, aprendo la strada al concetto più ampio di Smart Health, componente della Hyper Smart Society.

Oggi, questo aspetto si estende ben oltre l’infrastruttura tecnologica, includendo una vasta gamma di strumenti digitali progettati per offrire un servizio incentrato sulla persona, come i wearables o i modelli avanzati a supporto della ricerca e della creazione di piani di cura sempre più personalizzati. 

Con riferimento al contesto italiano, negli ultimi anni il mercato è cresciuto fortemente, in correlazione all’evento pandemico globale. Nel 2020 gli investimenti nel settore erano al di sotto della media europea e la mancanza di una infrastruttura tecnologica adeguata è emersa chiaramente durante l’emergenza sanitaria. Già nel 2022, questi ultimi hanno raggiunto gli 1,8 miliardi di €, il 7% in più rispetto al 2021. Anche a livello globale si è innescato un processo di espansione del mercato che, secondo le stime del Global Market Insight, oggi presenta un tasso di crescita annuale composto (CAGR) del 15% nel periodo 2023-2032. 

Dal punto di vista sociale, infine, la pandemia ha favorito la conoscenza, l’adozione e l’acquisizione di fiducia verso strumenti digitali da parte dei pazienti e del personale sanitario. 

In questo scenario in forte sviluppo ed evoluzione, trovano spazio Startup e imprese che, con le loro idee di business e tecnologie, voglio portare un’innovazione nel settore e migliorare il servizio attualmente offerto.  

Le Startup nel panorama della Smart Health 

Hale è una startup fondata nel 2022 da Gaia Salizzoni e Vittoria Brolis, nata dall’esperienza personale vissuta da entrambe come pazienti. L’obiettivo è garantire alle donne affette da patologie ginecologiche croniche un accesso tempestivo a cure adeguate, affrontando il problema della mancata o ritardata diagnosi, ancora troppo frequente in questo ambito: 

“Inizialmente il nostro era un progetto di divulgazione, non eravamo consapevoli di quale fosse l’estensione del problema. Abbiamo condiviso le nostre esperienze sui canali social affidandoci a partner più grandi e lì abbiamo avuto un primo riscontro di quante donne condividessero la nostra situazione: siamo state sommerse di testimonianze simili!” 

Secondo quanto condiviso da Gaia Salizzoni, il 26% delle donne soffre di condizioni ginecologiche croniche e, a suo avviso, questo dato probabilmente sottostima l’effettiva estensione del problema.  

Oggi Hale è una clinica ginecologica virtuale, specializzata nel trattamento di patologie croniche come endometriosi, vulvodinia e vaginismo, che richiedono un approccio multidisciplinare per definire piani di cura efficaci e personalizzati. Per questo motivo, il servizio offerto coinvolge diversi specialisti, tra cui ginecologi, osteopati, psicologi, ostetrici e nutrizionisti. Per supportare le donne che non hanno ancora ricevuto una diagnosi per la propria sintomatologia, la piattaforma prevede un primo step: attraverso la compilazione di un questionario è possibile ottenere una prima indicazione sulle cause e le patologie correlate ai sintomi descritti. Successivamente, le pazienti possono prenotare una consulenza per essere indirizzate verso il percorso di cura più appropriato:   

“Il nostro obiettivo principale è assicurare una diagnosi nel minor tempo possibile e, più in generale, rispondere rapidamente alle esigenze delle pazienti. Non a caso, uno dei KPI fondamentali è il time-to-care, ossia il tempo necessario per fornire una soluzione sanitaria alle utenti”.

L’evoluzione di Hale e le sfide incontrate 

Un primo elemento di rilievo nella storia di Hale è il processo di scelta del mercato di riferimento. Dopo aver compreso l’ampiezza della problematica, le due founder hanno avviato un’analisi approfondita del settore e dei potenziali competitor già attivi. Hanno, quindi, scelto di trasferirsi dall’Italia alla Germania, il più grande mercato sanitario in Europa: 

“Nel 2022 in Italia questo settore non era così sviluppato come in altri Paesi Europei o negli USA. Così abbiamo deciso di spostarci per iniziare a costruire un’idea di business solida, in un ecosistema come quello tedesco che potesse offrirci maggiori opportunità” 

Lì, Hale ha ottenuto il suo primo finanziamento pubblico. Tuttavia, con il passare dei mesi, il team si è reso conto che quel mercato non era adeguato al tipo di servizio offerto. Il modello sanitario tedesco, infatti, è diverso da quello italiano. Questa consapevolezza ha portato la Startup al suo assetto attuale: il mercato di riferimento è tornato a essere l’Italia, mentre la sede operativa è rimasta in Germania, per sfruttarne l’ecosistema, ricco sia in termini di investimenti, che di competenze.  

Per quanto riguarda le prime sfide incontrate, come racconta Gaia Salizzoni: 

“La prima complessità è stata acquisire le competenze Tech per sviluppare il prodotto. Ci siamo lasciate influenzare da pareri esterni che sostenevano fosse indispensabile avere un Tech co-founder per raggiungere i nostri obiettivi. Presto abbiamo capito che non era necessariamente così: per adesso, la tecnologia rappresenta un elemento cruciale per veicolare il servizio finale, ma non il servizio stesso”.  

Un’altra criticità iniziale è stata l’assenza di modelli di riferimento nel mercato. Al tempo non esistevano competitor che offrissero un servizio analogo tramite una piattaforma online.  

A distanza di due anni e con un prodotto ormai definito, Hale si confronta con nuove prove: 

“La nostra sfida principale oggi è comunicativa: far comprendere che i protocolli ginecologici online sono una realtà possibile. Questo adattamento culturale è già in corso, come dimostra il successo delle piattaforme digitali in ambiti come la psicologia” 

Nel caso specifico, per le prestazioni che non possono essere erogate in modalità digitale, Hale mette a disposizione un network di centri convenzionati distribuiti su tutto il territorio nazionale, dove poter effettuare esami diagnostici con tempi agevolati. 

A questa sfida, se ne aggiunge una legata al modello di pricing: l’obiettivo è passare dall’attuale “Pay as you go”, in cui il cliente paga solo i servizi di cui usufruisce, ad un subscription model, al fine di assicurare una ricorrenza dei ricavi. Dal punto di vista del paziente, questo vorrebbe dire avere accesso ad un servizio continuativo per monitorare la propria patologia. 

Un ultimo aspetto da considerare è la gestione dei dati sensibili. I dati sanitari, infatti, sono una tra le categorie maggiormente tutelate dal GDPR, il regolamento UE relativo al trattamento dei dati personali. Attualmente Hale è supportata da uno studio legale attivo sia in Germania che in Italia. La piattaforma, al momento, non richiede certificazioni specifiche, poiché non rientra nella categoria dei dispositivi medici. Tuttavia, con la crescita futura di Hale, è possibile che le esigenze di compliance diventino più stringenti.

Il posizionamento nell’industry Tech 

Partendo dalla suddivisione dell’industry Tech in tre macro-categorie (Tech Vendors, Tech Platform e Tech Services), Hale, secondo Gaia, si colloca oggi tra le Tech Platform. Attualmente, la startup è technology enabled, ossia utilizza tecnologie consolidate per facilitare e velocizzare l’accesso delle donne ai servizi ginecologici.   

Nel lungo termine, l’ambizione è di evolversi in una piattaforma technology driven, dove tecnologia e algoritmi non si limitino a supportare gli operatori umani e ottimizzare i processi, ma diventino strumenti medici avanzati, capaci di suggerire soluzioni cliniche in tempi rapidi:  

“Questa potrebbe essere una soluzione per affrontare la crescente carenza di operatori sanitari e medici, un problema sempre più evidente anche in Italia. In futuro, i medici potrebbero dedicare più tempo alla ricerca, per esempio, mentre l’analisi e la diagnosi verrebbero supportate dalla tecnologia”. 

In quest’ottica un primo passo che Hale vorrebbe compiere è certificare il questionario somministrato in fase iniziale, per trasformarlo in un vero e proprio medical device per avere una diagnosi certa. 

Il futuro delle Startup nella Smart Health  

Il percorso della Smart Health si prospetta promettente nei prossimi anni. In questo contesto, le Startup come Hale giocano un ruolo fondamentale, non solo nell’innovare l’offerta di servizi sanitari, ma anche nel creare nuove opportunità di accesso per i cittadini. Tuttavia, uno dei temi centrali è proprio quello di rendere questi servizi universalmente accessibili, così come è universale il diritto alla salute.  

Le organizzazioni possono giocare un ruolo fondamentale per la diffusione di questo tipo di soluzioni ad alto tasso tecnologico, introducendo iniziative e benefit legati alle piattaforme di welfare aziendale e alle convenzioni con assicurazioni sanitarie, strumenti che Hale sta già valutando per ampliare il proprio impatto. Queste soluzioni potrebbero diventare una leva importante per favorire l’accesso a servizi sanitari online, offrendo un modello ibrido capace di rispondere alle nuove esigenze dei cittadini con maggiore efficacia e sostenibilità.      

CONTENUTI CORRELATI

AUTORI

Contenuti correlati

Articoli correlati

La Smart Health si afferma come un approccio rivoluzionario, capace di trasformare la cura e la prevenzione attraverso un uso integrato di tecnologie avanzate....
Le wearable technologies esistono da quando esiste la scienza moderna. Con sensori e la connettività, è opportuno guardare a queste tecnologie con un occhio diverso. ...
Il futuro è qualcosa che non possiamo prevedere. Si tratta di qualcosa a cui possiamo dare forma. Ciò che è certo è che questo processo di metamorfosi è già in atto e già ne siamo, consapevolmente...